Truffa online in nome della polizia. Occhio all’ultimo spamming

Non aprite quel file. Anche se ve lo chiede la polizia. Oggi centinaia di migliaia di italiani (forse milioni) hanno ricevuto una email da un fantomatico capitano Prisco Mazzi della polizia di Stato. Ma si tratta di un truffatore. Quella del mittente, infatti, non è una vera casella di posta della polizia di stato. È la prima volta che le forze dell’ordine sono vittime di uno “spuffing”, ovvero il sistema di mimetizzazione delle email truffaldine con una maschera ufficiale. Di solito sono colpite banche, poste e istituti che gestiscono le carte di credito perché le organizzazioni criminali mirano a ottenere i dati dei correntisti. Questa volta l’obiettivo dei criminali online era far installare un file .exe sui computer dei destinatari. Il salto di qualità odierno sta nel cambio di target. Il capitano Prisco Mazzi della polizia infatti scrive: “I risultati dell’ultima verifica hanno rivelato che dal Suo computer sono stati visitati i siti che trasgrediscono i diritti d’autore e sono stati scaricati i file pirati nel formato mp3. Quindi Lei e un complice del reato e puo avere la responsabilità amministrativa”. Il tono minaccioso è stemperato solo da alcuni evidenti errori grammaticali e ortografici che rendono inverosimile il contenuto della missiva che prosegue chiedendo al destinatario di scaricare un file .exe. Anche navigatori esperti, che sanno cos’è il phishing e conoscono bene il rischio virus, stavano per cadere nell’inganno leggendo l’indirizzo email del mittente: pris_mazzi@poliziadistato.it Proprio per questo la polizia di Stato, quella vera, ha fatto scattare immediatamente l’allerta.