Usi e abusi della cocaina, ieri ed oggi parte 2
...Poi scoprirono che senza quel prodotto miracoloso gli indigeni non riuscivano a lavorare nei campi e ad estrarre l'oro. Così, ai fini di una buona resa lavorativa la cocaina fu legalizzata e anche tassata e gli invasori cominciarono a tenere per sé un decimo dei raccolti. Le foglie erano distribuite ai contadini tre o quattro volte al giorno, durante le pause dal lavoro. La chiesa cattolica cominciò addirittura a coltivarla. Nel 1863, il chimico italiano Angelo Mariani produsse un tipo di vino chiamato Vin Mariani, trattato con foglie di coca. Sperimentò il suo ricostituente da cui trasse risultati positivi. L'etanolo presente nel vino fungeva da solvente ed estraeva la cocaina dalle foglie, dando origine ad un composto chiamato cocaetilene, che rafforzava decisamente l'effetto di entrambe le droghe. Ogni oncia di Vin Mariani conteneva l’11% di volume alcolico e 6,5 milligrammi di cocaina. Probabilmente fu per questo che Leone XIII gli diede una medaglia e diverse fonti oggi confermano che sono stati molte le persone, compresi noti personaggi storici, ad aver apprezzato ed usato il Vin Mariani. Oggi qualcuno reputa la Coca-cola il rimedio del proibizionismo americano: un farmacista di Atlanta, John Pemberton, quando il proibizionismo vietò l'uso dell'alcol dovette sostituire il vino con una speciale ricetta a base di sciroppo di zucchero. La chiamò Coca-Cola: la bevanda della temperanza, "che presentava le virtù della coca senza i vizi dell'alcol". Nella sua pubblicità Pemberton la definiva "una bevanda intellettuale" e "una delle bibite più gradevoli, rallegranti e rinvigorenti"... Etichette: Cocaina, Colombia, Papa Leone XIII, Perù e Bolivia |
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