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12 maggio, 2010

LA CHIESA CATTOLICA HA TRASFERITO UN PRETE PEDOFILO IN UN PICCOLO VILLAGGIO

MAKANKA, Sierra Leone — Un viottolo in terra rossa battuta porta al "bar", un paio di panche di legno fatte in casa all'ombra di un vecchio albero di mango selvatico, grondante frutti. A breve distanza, una tanica di plastica gialla col vino di palma bollente che il prete americano tanto amava.
Un insegnante di 40 anni accusa ora il Rev. James Tully per aver dato il vino di palma a un ragazzino affinché cedesse alle sue avances.
In questo angolo lontano dell'Africa occidentale - dove non c'è né acqua corrente né elettricità - la chiesa cattolica ha inviato Tully, ben due volte. L'insegnante ha riferito alla Associated Press che Tully aveva ripetutamente abusato di lui e di altri bambini durante il suo primo incarico in Sierra Leone, dal 1979 al 1985. Dopo una condanna negli Stati Uniti per aver somministrato alcolici a minori, l'istituzione l'ha inviato di nuovo in Sierra Leone per un secondo incarico dal 1994 al 1998.
La storia di Tully è un esempio di come la chiesa cattolica trasferisce i preti pedofili di paese in paese, in uno scandalo che ora sta emergendo in tutto in mondo. Ma dimostra anche la grande riluttanza a sporgere denuncia contro un prete cattolico in molte parti dell'Africa. L'arcivescovo Buti Tlhagale di Johannesburg, questo stesso mese, ha messo in guardia sul fatto che gli scandali nella chiesa non sono limitati agli Stati Uniti o all'Europa.
"Semplicemente, gli abusi dei preti in Africa non hanno avuto la stessa esposizione mediatica rispetto ad altre parti del mondo", ha dichiarato.

L'ombra e qualche occasionale folata di vento sono l'unico sollievo dal caldo torrido che sfiora i 38 gradi, col 100% d'umidità che obbliga gli uomini a sventolarsi con la maglia, scoprendo una pelle madida di sudore. L'unico rumore è il cinguettio di uccelli dal becco lungo, attratti dalla vicina risaia.
E' in questo villaggio che Tully ha preteso sesso orale, definendolo "lecca lecca" in dialetto Krio, ha detto l'insegnante.
"Voleva che massaggiassimo il suo pene per eccitarlo; ma non solo toccandolo, anche prendendolo in bocca", racconta il maestro che ha chiesto di restare anonimo poiché lavora in una scuola cattolica e teme di essere licenziato.
Alla domanda se le prestazioni sessuali siano andate oltre, i suoi occhi si sono riempiti di lacrime e si è girato: "Non voglio ricordarlo. Dopo tutti questi anni, non me la sento ancora di parlarne. Mi sento avvampare".
Tully non ha rilasciato commenti riguardo alle accuse alla Associated Press del New Jersey, dove vive ora. La chiesa cattolica afferma di non aver mai ricevuto alcuna segnalazione sul comportamento di Tully in Sierra Leone.
"Nessun parente o amico o conoscente di alcuna vittima è mai uscita allo scoperto per informare o per denunciare l'abuso da parte di P. Tully", ha detto Mons. Giorgio Biguzzi di Makeni, vescovo durante tutto il periodo in cui Tully era incardinato nella diocesi del nord.
Queste risposte non sorprendono l'insegnante della Sierra Leone.
"Chi potrebbe mai credere a un bambino di un villaggio contro un prete bianco?"
Raccontò degli abusi a suo zio, che lo aveva cresciuto dopo la morte dl padre. "Mio zio mi ha chiesto di 'cercare di passarci sopra' perché era l'unico modo per riuscie ad avere un'istruzione".

Almeno un bambino ha rifiutato di concerdersi, secondo un ufficiale di polizia di Kamakwei, cittadina al confine settentrionale con la Guinea.
Questi, che ha chiesto di restare anonimo poiché è cattolico e teme ostracismi da parte della chiesa, ha detto che suo cugino e alcuni ragazzini vivevano nella canonica del parroco a Kamalo, dove Tully esercitava negli anni '80.
Suo cugino aveva vissuto lì per due anni con altri bambini e riceveva una base di istruzione da Tully. Il luogo era sempre pieno di bambini, che giocavano a pallone e Tully li portava in giro sul retro del suo furgone.
Era una situazione tipica di molti villaggi, secondo le oltre due dozzine di intervistati dalla AP. Tully portava i ragazzini con sé per le gite nei week-end in cui faceva dei sopralluogi nei villaggi dove aveva costruito scuole e chiese e vi pernottava così da poter dire messa la domenica.
Tully aveva scelto il cugino come il più bravo studente di Kamakwie quando aveva circa 14 anni, e aveva detto alla famiglia che si sarebbe preso cura della sua istruzione se lo avessero lasciato andare con lui a Kamalo. Ma, dopo due anni, (mio cugino) scappò e tornò a casa. Ci disse che il prete gli chiedeva sempre di dormire con lui e gli intimava di accarezzarlo".
La famiglia non fece nulla, racconta il poliziotto "poiché non eravamo sicuri se credere al ragazzo e lo status sociale dell'uomo era elevato". Tully era il prelato più alto in grado nella zona e i presidi delle scuole cattoliche dell'area riportavano a lui.
Ha detto che suo cugino aveva finito gli studi nella scuola cattolica di Kamakwie, ma era stato poi ucciso dai ribelli durante la guerra.
Tully lasciò la Sierra Leone alla volta degli Stati Uniti nel 1985. Lì, un seminarista del Milwaukee, William Nash, lo ha accusato di aver abusato di lui tra il 1986 e il 1988. Nel 2005, Nash ha ricevuto 75.000 dollari di risrcimenti dai Saveriani, anche se Tully non ha mai ammesso gli abusi.
"Ho avuto anch'io questo tipo di esperienza e ne sono inorridito. Sono arrabbiato perché la chiesa ha permesso a quest'uomo di restare in ministero nel suo ordine religioso per 30 anni. E questo è criminale", ha dichiarato Nash ad AP in una intervista telefonica dalla sua casa nella parte occidentale del Massachusetts.
All'inizio degli anni 1990, Tully è stato anche accusato di aver accompagnato tre adolescenti ad una partita di baseball a Franklin, Wisconsin, somministrando alcol e facendoli ubriacare. Tully ha firmato una dichiarazione giurata in cui diceva "Non intendo impugnare l'accusa poiché mi rendo conto di cosa vengo ritenuto responsabile e credo che potrei risultare colpevole".
Fu incriminato per condotta disordinata nel 1992. E' stato condannato a due anni di sospensione condizionale, impedendogli contatti con i giovani senza supervisione.
Tully fu trasferito al Institute of Living di Hartford, Connecticut, che è specializzato in disordini sessual e ha trattato centinaia di preti. Lì ha ricevuto cure psicoterapiche e ha fatto "buoni progressi", stando alla lettera dell'istituto indirizzata alla corte del Wisconsin.
"Non ha mai negato la propria responsabilità nella condotta sessuale ed ha capito il danno inflitto agli altri", dice la lettera datata maggio 1992.
Il Rev. Carl Chudy, l'attuale superiore dei missionari saveriani degli Stati Uniti, basati nel Wayne, New Jersey, ha riferito che il terapeuta di Tully diceva che lui era perfettamente in grado di tornare in Africa a patto che ci fosse una supervisione ai suoi incontri con i giovani, che prosegusse la terapia e il supporto.
"Deduco che la chiesa della Sierra Leone fosse d'accordo con questo poiché dopo il periodo di prova, partì", suggerisce Chudy.
Eppure la chiesa lo rispedì in Sierra Leone apparentemente senza indagare sulla sua condotta. E la maggior parte della sua attività si svolgeva con i ragazzini - organizzare partite di calcio, recite a teatro e cori in villaggi poveri al limite della disperazione.

Lasciò nel 1998, quando fu allontanato durante i 10 anni di guerra civile.
I Saveriani alla fine hanno ridotto Tully allo stato laicale nel febbraio 2009, dopo che Nash, un seminarista del Wisconsin, lottò finché non fu dimesso. Chudy ha detto che la decisione è stata presa dello stesso Tully, poi approvata dal papa lo scorso anno.
Chudy ha fatto notare che esiste una politica molto severa oggi: "In passato ci sono stati evidenti passi falsi per quanto si potesse sapere all'epoca. Siamo impegnati oggi nella protezione dei giovani da quei pochi che hanno provocato un tale immenso disagio".
Il Rev. Carlo Girola, rappresentante della curia generalizia dei Saveriani a Roma, ha detto che non c'erano accuse o sospetti riguardo al primo incarico di Tully in Sierra Leone che portassero l'ordine a pensare di dover svolgere indagini.
Girola ha riferito che il supervisore generale in Sierra Leone, P. Piero Lazzarini, era stato informato riguardo "alla situazione e alle condizioni imposte per il ritorno di Tully nel paese. Lazzarini ha parlato di questo a P. Luigi Brioni, parroco a Magburaka dove Tully era stato mandato. Secondo Girola, Brioni "non ha mai informato Lazzarini di alcuno dei fatti legati a questo problema".
Alcuni che hanno collaborato con Tully per anni in Sierra Leone lo hanno lodato per le sue attività.
"Lo conosco come uno che assisteva i bambini, pagava le rette scolastiche, li aiutava ad accedere al college", riferisce Ahmed Polo Samura, attivista per i diritti umani e per la protezione del fanciullo a Kamakwie, che conosceva Tully fin da quando era chierichetto.
Mark Saidu, agricoltore del Makali, ha detto che Tully lo ha convertito dall'Islam quando aveva14 anni nel 1984 e lo ha aiutato pagandogli l'istruzione nelle scuole cattoliche.
"P. Jim aveva tantissimi amici Era un uomo a cui piaceva socializzare", racconta Saidu. "Ed era molto popolare qui poiché girava con un gruppo elettrogeno e proiettava dei film nei villaggi. Inoltre con i tornei di calcio, forse l'unico divertimento disponibile, la gente ne aveva per mesi".
Augustine Sorie Bangura viene descritto da molti come il più grande amico di Tully in Sierra Leone. Bangura, 48 anni, ha riferito che Tully lo ha incoraggiato a scrivere lettere agli amici del prete negli Stati Uniti per raccogliere donazioni per la costruzione della prima clinica della città. Prima la gente doveva camminare per 26 chilometri per arrivare al più vicino ospedale di Kamalo.
Bangura e molti altri hanno parlato dell'amore di Tully per i superalcolici, fino all'ubriachezza, a detta di molti.
"Usava il vino di palma per riunire le persone ed evangelizzarle, e usava il vino di palma per incoraggiare i giovani a cantare insieme. Quello lì amava il vino di palma", ironizza il maestro di coro Mohn Abdulai Kamara.
Ciononostante alcuni sostenevano che l'uso che Tully faceva del vino fosse quanto meno sinistro: "Portava noi ragazzi a bere vino di palma e ci incoraggiava sempre a bere, dicendo 'E' bello. Prendine ancora'. Possiamo dire che ci ha indotto a bere e quella roba è fortissima; ne basta un sorso e ti parte la testa", racconta il maestro che ha riferito a AP di essere stato molestasto da Tully.
Il maestro ha detto di essere da tempo disilluso rispetto alla chiesa cattolica. "Hanno distrutto i miei sogni", racconta. Ha studiato per diventare frate e maestro nell'ordine dei Fratelli Cristiani Irandesi, ma dice di aver lasciato quando il superiore del seminario tentò di abusare di lui.
Sostiene inoltre che se alle vittme di abusi sessuali perpetuati dai preti venisse assicurato che non riceveranno punizione per aver detto la verità, ne vedremmo tanti e tanti uscire allo scoperto.
Carley Petesch da Johannesburg . Associated Press

Testo originale da: http://www.google.com/hostednews/

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