La salita al potere dei Khmer Rossi parte 9
...Secondo alcune testimonianze, nelle riunioni di cooperativa i funzionari proclamavano apertamente frasi quali: "Basta un milione di buoni rivoluzionari per il Paese che vogliamo costruire. Non abbiamo bisogno del resto.". Non è quindi da escludersi che - coerentemente con la filosofia che governò le deportazioni dalle città alle campagne - il regime ritenesse la nazione "sovraffollata", e dunque auspicabile ridurne la popolazione, anche per mezzo di omicidi di massa, da circa 7 milioni ad 1 milione. Va però sottolineato che la maggioranza delle morti fu provocata dalle carestie, dalle malattie e dalle guerre dovute alla fallimentare politica del regime, e non direttamente dalle pur sempre massicce opere di epurazione, liquidazione dei presunti oppositori e pulizia etnica. All'immediato calo della popolazione evidenziato nei primi anni di dominio dei Khmer Rossi avevano precedentemente contribuito in modo determinante la guerra del Vietnam e le brutali azioni repressive di Lon Nol. Nonostante ciò, le persone uccise sono calcolate in centinaia di migliaia. Le stime arrivano fino ad 1 milione. La CIA stimò inoltre tra 50.000 e 100.000 le persone uccise non immediatamente, ma a seguito di un periodo di detenzione e orribili torture. Inoltre, dopo il primo periodo di assestamento, in cui gli ostacoli al processo di "rinnovamento" della nazione venivano sistematicamente ignorati, i vertici di Partito avevano cominciato a mostrare un notevole "ammorbidimento" riguardo ai rapporti con l'estero, alla rigida applicazione dei loro ideali rivoluzionari e a molti altri temi che fino ad allora erano stati affrontati, a spese della popolazione, con totale mancanza di realismo... Etichette: Cambogia, Kampuchea Democratica, Khmer Rossi, Pol Pot |
Comments on "La salita al potere dei Khmer Rossi parte 9"
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Buon lavoro
staff freesud
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Ricambiato ha presto!