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Nome: Agostino
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Eta:31
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Citta:Montecatini Terme
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Non mi piace:Doppie facce
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Mi piace:Libertà
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Film:Horror
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Libro:La Favola di Cristo
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Colore:Nero
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Frase:Meglio primi all'inferno che secondi in paradiso
28 giugno, 2007
"Il nostro amico". Così, nelle sue accorate lettere inviate al fronte all’imperiale consorte, la zarina Alessandra definiva Rasputin, il "contadino" giunto alla corte di Nicola II in un giorno del 1905, e che per undici lunghi anni avrebbe esercitato la sua oscura, ambigua e letale influenza sulla famiglia imperiale e finanche sui destini politici della Russia. Fino a quella fatale notte di dicembre del 1916 in cui trovò la morte per mano di un gruppo di congiurati - espressione della più alta aristocrazia russa - colui che la stampa schierata all’opposizione definiva il "monaco pazzo" rappresentò agli occhi dell’opinione pubblica più evoluta il simbolo vivente dei mali della Russia, del distacco tra lo Zar e il suo popolo. Per il remissivo Nicola, ma soprattutto per l’instabile ed emotiva Alessandra, quell’uomo rozzo e apparentemente genuino, dallo sguardo magnetico e dalle doti mistiche (pare riuscisse a curare l’emofilia di cui era affetto il piccolo zarevic Alessio) venne a rappresentare il simbolo di una Russia che in quegli anni stava agonizzando davanti ai loro occhi: la Russia contadina dei mugik, semplice e devota allo Zar e al suo potere autocratico concesso da Dio. Negli stessi anni in cui uomini come Lenin, Trotzkj, Kerenskj combattevano una cruenta lotta per il potere che avrebbe mutato la Russia facendola precipitare nel ventesimo secolo, a corte il tempo pareva essersi fermato.
Un’aristocrazia annoiata e incosciente accettò nel suo mondo la presenza di Rasputin dapprima con un senso di snobistica novità, poi con un misto di riverenza religiosa (di cui il "monaco erotomane" approfittò per circuire un numero spropositato di nobildonne) e rispetto per il "buon contadino della vecchia Russia". Solo quando il potere di Rasputin cominciò a sconfinare dalla mondanità nella sfera politica, e solo quando parve che la famiglia imperiale dipendesse da lui anche nelle più importanti decisioni, i più accorti uomini politici e membri dell’aristocrazia si resero conto che quell’uomo andava fermato....... |
Comments on "Rasputin il monaco pazzo"
Bellissimo post, scritt come solo tu sai fare Agostino!!!
Praticamente questo era un maniaco!!!
Ciao Agostino, Rasputin aveva molti difetti, ma fu anche diffamato e le sue profezie si adempirono tutte. Egli tentò di dissuadere lo zar dal dichiarare guerra agli Alleati, ma invano... Tanto a morire erano i soldati.
ciao!!!
@cry GRAZIE!!!!Un tipo molto "interessante"
@Zret è già carissimo poi avrò occasione di parlarne più avanti ciao
Così come la Storia è scritta dai
vincitori,anche la figura di Rasputin finisce con l'essere valutata con gli occhi di chi lo ha
eliminato...ma questo non perchè
fosse da assolvere...
A proposito del "numero spropositato di nobildonne":questa è invidia storica allo stato puro!
Me lo immagino:"or se vuoi l'assoluzione,baciar devi 'sto cordone! - Padre mio non sono orba,questo è c...,non è corda!"
E avanti così...
Saluti.
Marcello De Giorgio.
@Marcello De Giorgio verissimo!Già proprio invidia "numero spropositato di nobildonne"!Ciao
Cmq, secondo me la regina (o zarina) per averlo tanto a simpatia, un motivo doveva pure avercelo... no?
@Marco penso proprio di sì!!!!!
Beh, in tutta sincerità pare che fosse effettivamente "attrezzato bene", e che di donnine non se ne sia fatte mancare. ma non prostitute, donne dell'altissima società russa.. un pò come se oggi qualcuno si facesse la moglie di moratti..
Mala