LO STUPRO DI NANCHINO.
L'olocausto dimenticato della Seconda guerra mondiale. Nel luglio del 1937 le truppe giapponesi s’impadroniscono, con un colpo di mano, di Pechino e Tianjin. Qualche settimana dopo sbarcarono a Shanghai, conquistarono la città, cominciarono ad avanzare lungo il fiume Yangtze e bloccarono con la loro flotta la costa della Cina meridionale. I cinesi nazionalisti e comunisti, uniti da uno stesso sentimento nazionale, resistettero coraggiosamente, ma non poterono impedire l’avanzata delle truppe giapponesi. La Società delle Nazioni e gli Stati Uniti condannarono il governo di Tokyo, ma le loro proteste non ebbero alcun effetto. Il 13 dicembre i giapponesi occuparono Nanchino, capitale della Repubblica, e la "punirono" passando "a fil di spada", come alla fine di un sanguinoso assedio medievale, buona parte dei suoi abitanti. Qualche anno dopo il Tribunale militare internazionale calcolò che i civili massacrati a Nanchino, tra la fine del 1937 e gli inizi del 1938, furono più di 260.000. Secondo altri calcoli i morti furono circa 350.000 e le donne violentate tra 20.000 e 80.000. L’autore di questo libro è giunto alla conclusione che nessuna altra città, nel corso della Seconda guerra mondiale (neppure Dresda, Hiroshima e Nagasaki), ebbe proporzionalmente un così elevato numero di vittime.
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Comments on "LO STUPRO DI NANCHINO."
Conoscevo la storia dello stupro collettivo di Nanchino. Ci sono stati episodi di ferocia indefinibile inqualificabile. Fai bene a ricordare queste date. La Storia va raccontata senza opportunismi di alcun genere. Complimenti!
Franca
@Blogger Lisa72 sarei un pò rigido come professore!
@Franca grazie cerco sempre di raccontare la storia senza opportunismo