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* Nome: Agostino
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* Mi piace:Libertà
* Film:Horror
* Libro:La Favola di Cristo
* Colore:Nero
* Frase:Meglio primi all'inferno che secondi in paradiso




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BLOG NEWS per il "TIBET LIBERO!"














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30 aprile, 2008

Grazie dottor Hoffman ; Blognews è in lutto

Consiglio a tutti questo bellissimo libro :

LSD. Il mio bambino difficile.

Sebbene l'Lsd abbia già compiuto mezzo secolo, è tuttora dominante presso l'opinione pubblica un'idea errata circa questo principio attivo psicotropo. Questo libro dell'inventore dell'acido lisergico contribuisce a fare chiarezza.


"Ci sono esperienze di cui la maggior parte delle persone evita di parlare perché non si conformamo alla realtà quotidiana e sfidano ogni spiegazione razionale. Non sono eventi esterni particolari, bensì accadimenti delle nostre vite interiori, che vengono generalmente respinti come creazioni della nostra fantasia ed esclusi dalla memoria. L'immagine familiare del nostro mondo subisce d'improvviso una trasformazione insolita, stupefacente o allarmante; la realtà ci appare in una nuova luce, assume un significato particolare.



Esperienze del genere possono essere leggere e fugaci come un soffio d'aria, oppure fissarsi profondamente nelle nostre coscienze. In questo libro desidero offrire un quadro completo dell'Lsd, della sua origine, dei suoi effetti e delle sue possibilità d'impiego; nonché avvertire dei pericoli che sono associati a un consumo che non tenga conto della natura straordinaria dell'azione di questa sostanza. La sinergia tra visione scientifica del mondo, dimensione spirituale delle configurazioni viventi e pratiche meditative, potrebbe restituirci la sicurezza smarrita".



Grazie dottor Hoffman , uno spirito libero come me ti ringrazia come migliaia di giovani e non...

26 aprile, 2008

L'abasciatore italiano della repubblica dello Yemen ha risposto alla mia mail ...



Ciao a tutti ora inizio a finalizzare i video del V DAY di Torino .

Intanto pubblico , grazie al suo consenso , la mail che mi ha mandato l'ambasciatore italiano della repubblica dello Yemen , Mario Boffo . Devo dire che sono rimasto un pò a bocca aperta perchè ho sempre mandato tantissime mail di protesta a rappresentanti governativi ma nessuno si mai degnato di rispondermi , tranne questa volta .

Gentili Signore, egregi Signori.

Chiedo scusa se rispondo con qualche ritardo, ma una serie di missioni di servizio mi hanno trattenuto fuori Sana'a, e da certe regioni dell'interno dello Yemen non è facile comunicare.

Avrete saputo, credo, che Nojoud, la famosa bambina di otto anni sposata a forza dalla famiglia a un uomo adulto, ha già da qualche giorno ottenuto il divorzio.

Contrariamente a quanto molti di voi sembravano pensare, ce ne stavamo già occupando, insieme agli altri Ambasciatori dell'Unione Europea. Sia come Italia che come membri dell'Unione seguiamo molto da vicino la situazione dei diritti umani nei Paesi di accreditamento, mantenendo un dialogo permanente con le Autorità locali e intervenendo sui casi più gravi. In questi miei due anni e mezzo di mandato, senza che i relativi casi siano stati sempre conosciuti in Europa, abbiamo sottratto due persone alla pena di morte e abbiamo mantenuto una continua pressione in tema dei diritti umani sulle Autorità yemenite e abbiamo collaborato con organizzazioni qui attive in tema di diritti umani. Così del resto continuiamo a fare, mantenendo al riguardo una forte coesione e un forte coordinamento fra le Ambasciate europee.

Per quanto riguarda Nojoud ora l'Ambasciata d'Italia si sta adoperando per trovare un'organizzazione affidabile che possa gestire i fondi che filantropi italiani stanno mettendo a disposizione per i suoi studi.

Scrivo questo messaggio per doverosa correttezza (rispondiamo sempre a tutti, anche alle individuali richieste di informazione dei turisti) e per rassicurare coloro che hanno scritto. Ma anche per un altro motivo.

Sul caso della bambina ho ricevuto moltissimi messaggi. Alcuni esprimevano encomiabile interesse e nobili appelli in termini molto civili. Altri avevano toni arroganti nei riguardi di Ambasciatori e Consoli. Un paio di persone hanno messo in rete nome e immagine del sottoscritto e dell'Ambasciatore yemenita in Italia con il chiaro intento di mettere queste due persone alla berlina, indicandoli - se non proprio come corresponsabili del matrimonio forzato!!! - almeno come colpevoli di ignavia. Alcuni addirittura, incomprensibilmente, lanciavano irriferibili insulti. A questi ultimi risponderò anche individualmente.

Quasi tutti questi messaggi sottintendevano comunque la convinzione di chi li aveva scritti che di fronte a un tale caso il sottoscritto rimanesse inattivo. Il tono era più o meno: ma come, succede questo, e lei se ne sta con le mani in mano?

Non suoni offesa per nessuno, ma una simile disinformazione sulle attività di un'Ambasciata sarebbe stata spiegabile nel medio evo. Come è possibile ignorare - nell'epoca di internet, della televisione globale, dell'informazione a tutto campo, dei blog e così via - che uno dei pilastri della politica estera dell'Unione Europea (e quindi di tutti i Paesi che, come il nostro, ne fanno parte) consista nella promozione dei diritti umani? E secondo voi chi agisce sul terreno per le mille azioni che vengono decise e condotte in tale materia nei Paesi interessati? Ovviamente gli Ambasciatori e gli altri diplomatici! Chi sennò? Come potete non sapere che proprio l'Italia ha ottenuto che l'ONU dichiarasse nell'autunno scorso una moratoria sulla pena di morte? E chi ha condotto sul campo la campagna per convincere i Paesi reticenti? Ovviamente gli Ambasciatori e gli altri diplomatici italiani...

Allora, o siamo di fronte a un caso di profonda ignoranza sui temi e le modalità della politica estera italiana, oppure di fronte a oscuri e infondati pregiudizi che tali temi fanno ciecamente dimenticare.

Il nostro è un Paese che non cessa di stupire. Persino quando nel gennaio 2006 tirai fuori dai guai i famosi cinque italiani sequestrati (o non sapevate nemmeno questo?) ci fu qualcuno che mi calunniò sulla base sì e no di un sentito dire incredibile e infondato. In quel caso inviai a quel signore la registrazione dell'intervista incriminata, dove vi erano dichiarazioni assolutamente neutre, innocenti, civili ed esenti da alcunché di negativo. In quel caso la persona in questione ebbe il coraggio civile di scusarsi.

A voi non chiedo naturalmente tanto. Ma mi preoccupa e mi sorprende tanta sfiducia verso chi rappresenta le Istituzioni, in questo caso l'Ambasciata. Credo che gli italiani dovrebbero avere più fiducia nelle Istituzioni, che operano sempre nell'interesse del Paese, anche difendendo all'estero i diritti umani, e non confondere le Istituzioni con la mal apolitica. E' comprensibile ignorare i temi di una professione che non si conosce. Ma è incomprensibile presupporre sempre il peggio senza fondamento, senza riscontro, senza riferimenti.

Portare in tutti i Paesi del mondo un livello soddisfacente di diritti umani non è facile, e non è cosa che si possa ottenere in un paio di giorni. Noi diplomatici italiani ci adoperiamo comunque e come possiamo. Il pubblico può stare certo di questo.



Spero che questo mio messaggio sia valso ai chiarimenti che mi sembravano necessari. Sarò del tutto disponibile a rispondere a chi fra voi vorrà replicare, mi auguro vivamente in termini civili.

Grazie per l'attenzione e un cordiale saluti a tutti.


Questa è l'ennesima dimostrazione della disinformazione che c'è nel nostro paese

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21 aprile, 2008

Pornografia parte 6



...In molti si sono chiesti se la censura delle raffigurazioni pornografiche sia giusta. I favorevoli alla censura credono che un'azione legislativa più severa renderebbe la pornografia un fenomeno molto più marginale di quanto non lo sia oggi.
I contrari alla censura sostengono che anche la pornografia può essere considerata una forma d'arte e quindi non degna di essere censurata. Inoltre, in molti hanno fatto notare che ciò che un tempo era considerato pornografico, col tempo è diventato addirittura un capolavoro. Basta fare gli esempi del Decamerone di Giovanni Boccaccio, che fu addirittura inserito nell'Indice dei libri proibiti dalla Chiesa Cattolica, e del romanzo di David Herbert Lawrence L'amante di Lady Chatterley, che fu considerato nell'anno in cui fu pubblicato (il 1928) osceno e offensivo al comune senso del pudore.
Proprio a causa di queste ragioni, finora, la censura ai danni della pornografia si è utilizzata poche volte. Fanno eccezione, ovviamente, i casi estremi in cui si oltrepassano sia i livelli legali sia quelli del buon senso.
Una questione rilevante nel dibattito sulla censura riguarda il ruolo della pornografia nella trasmissione e nella riproduzione di forme di oppressione e violenza nei confronti della donna o di altre figure, e, in ogni caso, di un uso puramente mercantile del corpo umano.


Una delle cose che più viene rimproverata alla pornografia è l'eccessivo utilizzo del sadismo. Secondo alcuni, infine, la mercificazione è arrivata ad un punto così alto che la pornografia si può considerare addirittura come una pseudo-religione pagana, basata sul culto del sesso e del Dio denaro.
In Giappone ad esempio, la legge proibisce di mostrare gli organi genitali al pubblico: pertanto, i film pornografici e le riviste (compresi anime e manga), sono censurati. Di contro sempre in Giappone si realizzano film dominati da scene di feticismo estremo come quelli del genere bukkake...

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20 aprile, 2008

Congo, il genocidio dimenticato parte 5




...Germania, nel 1906 Leopoldo ii fu costretto a nominare una commissione d'inchiesta per indagare sulla gestione del suo stato e discolparsi dalle accuse. Recatasi sul posto, la commissione fu sconvolta da quanto aveva constatato e rivelò al mondo le atrocità del regime coloniale . Leopoldo usò tutti i mezzi per conservare la sua proprietà personale, fino a sborsare ingenti somme per confondere l'opinione pubblica, ma alla fine non gli restò altra scelta che cedere il suo possedimento al Belgio.
Era l'agosto del 1908. Per otto giorni consecutivi, Leopoldo bruciò la maggior parte degli archivi della sua colonia personale, prima di consegnarla ufficialmente al Belgio. «Regalerò ai belgi il mio Congo, ma non avranno diritto a sapere ciò che vi ho fatto» disse. E oltre agli archivi ridotti in cenere, ridusse drasticamente al silenzio i testimoni diretti.
Fu così che una parte importante della storia della dominazione di Leopoldo ii sul Congo e di coloro che vi si opposero è «sparita» dalla memoria degli europei, più rapidamente e più completamente del ricordo degli altri stermini di massa che hanno accompagnato la colonizzazione dell'Africa.


Nel 1908 il parlamento del Belgio votò l'annessione del Congo, denominato Congo Belga. Il governo accettò volentieri il passaggio di proprietà: l'anno prima vi era stato scoperto il primo diamante.
Per guarire le ferite del periodo leopoldino, furono ripensati obiettivi e metodi della politica coloniale: fu abolito il lavoro forzato, soppressi i monopoli sui prodotti agricoli, limitata l'espropriazione delle terre appartenenti alle comunità, fu redatto un Codice del lavoro per gli addetti allo sfruttamento delle miniere...

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17 aprile, 2008

Rasputin il monaco pazzo parte 6



...La tela di ragno che avrebbe dovuto intrappolare Rasputin si andava tessendo giorno dopo giorno, fino alla data prefissata, che avrebbe dovuto cadere nella notte tra il 16 e il 17 dicembre 1916. Nel frattempo alcune voci su possibili attentati al monaco circolavano per la capitale, e lo stesso Rasputin non mancava in qualche occasione mondana di predire il proprio triste destino, collegandolo ad un’inevitabile conseguente "fine della Russia". Nelle ultime settimane prima dell’agguato era stato convinto a lasciare raramente la propria abitazione in via Gorohovaja 64, e lo stesso ministro Protopopov lo aveva avvertito dell’esistenza di un complotto per eliminarlo. E arrivò la notte del 16 dicembre. L’uccisione di Rasputin era stata studiata nei minimi particolari: Jusupov disse al monaco che sarebbe passato a prenderlo per portarlo nella sua bellissima casa, dove avrebbe conosciuto la moglie, gozzovigliato con pasticcini e madera (il liquore preferito dal siberiano) per poi recarsi nel quartiere zigano per una probabile orgia. Dopo la mezzanotte, la carrozza del principe Jusupov (alla cui guida - travestito - stava uno dei cospiratori più importanti, quel dottor Lazavert che preparò il potente veleno che avrebbe dovuto eliminare Rasputin) caricò la vittima predestinata, vestita per le grandi occasioni. Le strade della capitale, in quella fredda notte di dicembre, erano deserte, e pochi occhi indiscreti avrebbero potuto fare da testimoni. Lo stesso Rasputin - su consiglio di Jusupov - aveva evitato di dire ad alcuno dove si recava.


La scena del delitto fu in un salotto di casa Jusupov. Per due interminabili ore Rasputin attese l’arrivo dell’affascinante moglie di Jusupov (che tra l’altro non era nemmeno in città), intrattenuto dal principe con la musica, e degustando i famosi pasticcini e madera avvelenati. Il resto dei congiurati aspettava al piano superiore. Con grande sorpresa e sgomento del già emotivo principe, il rozzo mugik siberiano resisteva all’effetto del veleno (cianuro potentissimo) che aveva assimilato in quantità impressionanti, attraverso innumerevoli sorsi del vino liquoroso. Che fosse veramente un super-uomo dai poteri paranormali ?...

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13 aprile, 2008

Stupri di guerra . Parte 3

...Il volto oscuro e sconosciuto dei «liberatori» è stato rivelato da documenti e testimonianze drammatiche conservati negli archivi dei tribunali militari americani. Tra il 1942 e il 1945, circa 17.000 donne di tutte le età, inglesi, francesi e tedesche, furono stuprate da soldati americani. Cause, modalità e conseguenze di questo agghiacciante fenomeno sono analizzate con rigore storico e descritte con un linguaggio contenuto e privo di sensazionalismi. La rilettura attenta degli atti dei processi e la voce dei testimoni permettono di ricostruire la verità storica dello «stupro di guerra», vietato dalla Convenzione di Ginevra nel 1949 e riconosciuto come crimine di guerra solo nel 1996.
Il libro di Lily colma un vuoto storico, affiancando agli stupri di massa commessi dall’Armata Rossa ai danni delle popolazioni civili della Germania Orientale (circa 2.000.000 di donne tra i 12 ed i 60 anni) le brutalità commesse dagli americani di Eisenhower. In Germania gli stupri furono 11.000, in Francia 3.620 ed in Gran Bretagna 2.420, senza contare quelli non denunciati. La furia bestiale che si abbattè sulle campagne e sui villaggi italiani, specie al Sud, dopo lo sbarco alleato ad Anzio e l'avanzata su Roma nella primavera del 1944, è ancora in parte sconosciuta, salvo che alle 60.000 donne, adolescenti e bambine, che ne furono le vittime. Il generale Juin, al termine della battaglia di Cassino, diede ai suoi “goumiers” (da “goum”, reparto militare marocchino arruolato nel medesimo villaggio e clan) carta bianca per due giorni, come premio della vittoria che implicava il diritto di vita e di morte sulle popolazioni civili, il furto dei loro beni e la violenza sulle donne.



D'altronde, era stato proprio questo l'incentivo che aveva convinto i marocchini a combattere per i francesi, andando all'assalto delle posizioni nemiche alla testa dei reparti alleati. Così, per due giorni e due notti, razziarono, violentarono, uccisero. Stuprarono donne e bambine, dagli otto agli ottant’anni, obbligando padri e mariti ad assistervi. Le violenze sessuali dei marocchini erano una specie di “promozione” che li elevava al rango di “dominatori”, di padroni assoluti della vita degli sconfitti, privati della loro dignità più intima, una testimonianza elementare di “possesso” che li ripagava dalla condizione di paria colonizzati dai bianchi. I francesi lasciavano fare dicendo che era impossibile governare i marocchini. Si finì per chiamare “marocchini” tutti i soldati africani che stupravano le donne e quel marchio d'infamia restò loro appiccato per sempre.

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11 aprile, 2008

I tedeschi sovietici durante la seconda guerra mondiale ( parte 2 )



...In Ucraina negli anni '20 si trovavano ben 496 scuole nelle quali la lingua d'insegnamento era il tedesco. Con la collettivizzazione dell'agricoltura e la guerra contadina che ne seguì, l'oppressione dello stato nei confronti della popolazione aumentò significativamente, anche per quanto riguarda l'autonomia delle minoranze nazionali. Inoltre, l'ascesa al potere di Hitler (1933) tramutò la minoranza tedesca in una possibile "quinta colonna" in caso di guerra con la Germania. Nel 1934 l'NKVD iniziò a compilare liste di tutti i tedeschi sovietici per un'eventuale futura deportazione, mentre le istituzioni culturali tedesche (scuole, giornali), furono chiuse una dopo l'altra. Nel 1939 ne rimanevano solo nella Repubblica Autonoma dei tedeschi del Volga. Le pulizie etniche sovietiche degli anni '30, dirette discendenti di quelle della collettivizzazione, non risparmiarono i tedeschi. La deportazione totale arrivò però solo nelle condizioni di guerra.
Il 22 giugno 1941, dopo due anni di sostanziale alleanza tra le due potenze, la Germania attaccò l'URSS. Poco dopo l'NKVD iniziò la deportazione dei tedeschi sovietici dalle regioni occidentali dell'URSS. A partire dal 15 agosto del 1941 più di 50.000 tedeschi della Crimea furono deportati più a est. Tre giorni prima, il 12 agosto, era stata presa la decisione di deportare tutta la popolazione tedesca della repubblica tedesca del Volga. Tra soldati dell'Armata Rossa, poliziotti e truppe dell'NKVD furono coinvolti nelle operazioni di deportazione circa 10.000 persone.


Il piano prevedeva la deportazione dei tedeschi in Siberia (regioni di Krasnojarsk, dell’Altaj, di Omsk e di Novosibirsk) e in Kazakhstan. Il capo del NKVD Berija emise le direttive per l'operazione il 27 agosto, e il giorno successivo il presidio del soviet supremo sanzionò la deportazione con un apposito decreto.
Con un crudele e inconsapevole paradosso, il decreto giustificava la deportazione come un mezzo per difendere la popolazione dalle severe misure che il governo avrebbe dovuto adottare "contro tutta la popolazione tedesca del Volga", se nella repubblica si fossero verificati atti di sabotaggio o di violenza...

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10 aprile, 2008

COLONIA DIGNIDAD ( parte 2 )



This article is licensed under the GNU Free Documentation License. It uses material from the Wikipedia Italian, Spanish and English versions of the article "Colonia Dignidad".



MOLESTIE SU MINORI.
Paul Schafer, fondatore e leader della Colonia Dignidad, era un ex paramedico della Luftwaffe, il quale aveva lasciato la Germania nel 1961, dopo essere stato accusato di abusi sessuali su due bambini.
La stessa accusa che verrà formalizzata, il 20 Maggio del 1997 (anno in cui la dittatura pinochettista era ormai giunta, da svariato tempo, a termine), da parte delle autorità Cilene, ma che questa volta riguarda molestie che Schafer avrebbe compiuto su ben 26 bambini della colonia. Nel Marzo 2005, Schafer viene arrestato in Argentina, ed estradato in Cile. Verrà condannato, assieme a 22 altri membri di Colonia Dignidad, giudicati colpevoli di averlo aiutato a perpetrare gli abusi. Tra questi, il dottor Hartmut Hopp, vicecomandante della colonia.
TORTURE.
Investigazioni condotte da Amnesty International e dalla Commissione per la verità e la riconciliazione hanno acclarato che Colonia Dignidad venne usata dalla DINA, la polizia segreta Cilena, come campo di concentramento per la detenzione e tortura di prigionieri politici durante la dittatura di Augusto Pinochet, soprattutto nel periodo che va dal 1973 and 1977.
Il figlio di Manuel Contreras, il capo della DINA, ha dichiarato che suo padre e Pinochet visitarono Colonia Dignidad durante il 1974, e che suo padre e Schafer erano buoni amici. L'attuale leader di Villa Baviera (ex Colonia Dignidad), ha riconosciuto che nel periodo in cui il leader era Schafer nella colonia si svolgevano torture, aggiungendo che però ora le cose sarebbero totalmente diverse.


Nel Marzo del 2005, l'ex agente della DINA Michael Townley, ha ammesso legami tra Colonia Dignidad e la DINA stessa, ed ha altresì parlato di abusi su detenuti legati a sperimentazioni di Guerra batteriologica, esperimenti avvenuti con l'aiuto di un Centro per la guerra batteriologica, di cui non avrebbe fornito l'ubicazione, e di un secondo centro consimile che avrebbe avuto sede in calle Naranja de lo Curro...

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05 aprile, 2008

Altri Olocausti parte 7 ( storia del Gulag )




...Il lavoro assorbiva quasi del tutto la vita dei deportati. Nella maggior parte dei lager il lavoro forzato durava dalle dodici alle quindici ore, a seconda delle stagioni. La vita nelle baracche, dove il termometro scendeva spesso sotto i 30 o i 40, o al contrario era caldo e umido in modo insopportabile, era tutta segnata dalla lotta per la sopravvivenza: bisognava sopravvivere al freddo soprattutto, alla fame, alle malattie provocate per lo più dalla debilitazione e dalla mancanza d'igiene, alla violenza dei capisquadra reclutati tra i peggiori delinquenti, al controllo dei guardiani e alle angherie dei secondini. Il tempo che restava era impiegato a procurarsi la legna per la stufa, qualcosa in più da mangiare, a parlare con i compagni di sventura, a cercare di tenersi puliti.

La rivoluzione, le guerre, le carestie provocarono il moltiplicarsi nel paese dei bambini vagabondi, i besprizornye deti che vivevano di furti ed elemosine. La Čeka da un lato si preoccupava dell'organizzazione degli orfanatrofi e delle colonie, dall'altro provvedeva alla repressione dei piccoli delinquenti. Molti minorenni venivano processati e spediti nei lager. Nel 1935 fu approvata una legge che abbassava l'età della responsabilità penale a 12 anni (in precedenza era 14 anni).


Malgrado tutto ciò la delinquenza minorile non accenna a diminuire fino al principio degli anni '50.
Spesso i bambini condividevano il destino dei loro genitori detenuti nei campi. Egualmente duro era il destino dei figli delle persone accusate di tradimento della patria negli anni '30. Più di 25.000 bambini si trovavano sotto il controllo dell'NKVD...

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03 aprile, 2008

Cannibal Holocaust. Parte 3



...Deodato appare in un cameo all'inizio del film: è seduto in un parco davanti alla Columbia University a New York.
La Ciardi era molto presa dalla parte e per questo fu vittima di scherzi particolarmente pesanti da parte della troupe: le venne anche fatto trovare un teschio di dimensioni umane sepolto sotto il fango, cosa che le provocò una crisi isterica. Nella scena di sesso la Ciardi si ribellò alle indicazioni di Deodato e disse a Gabriel Yorke di non farsi manipolare dal regista: per questa scena Deodato disse quindi ai due di fare quello che volevano con calma. La scena comunque è simulata.
Per rendere il film ancora più realistico, il contratto prevedeva che gli attori che impersonavano i fotoreporter dispersi sparissero dalla circolazione, soprattutto dalla televisione e dal cinema, per un anno. Deodato ha dichiarato: «L'operazione Cannibal Holocaust doveva essere fatta con attori credibili. Dovevamo presentare il fatto come fosse una cosa vera. Avevamo bisogno di quattro persone che potevano poi sparire per due anni, perché erano morti e quindi nessuno doveva sapere niente di loro. Dovevamo fare un falso snuff».Gli attori furono comunque "resuscitati" in occasione del processo, dato che si accusava Deodato di averli uccisi realmente.
Tutti gli indios erano abitanti del posto, veri cannibali, debitamente acconciati. Il loro capo, Tunche, si faceva capire a gesti e collaborava bene alla realizzazione del film, imitando il regista, tanto che Deodato gli diede più di un ruolo, anche se ha poi affermato che che più di una volta l'indigeno si ubriacava con la Chuchuasa, un liquore locale:


«C'è proprio una scena in cui lui è al villaggio e parla con i suoi uomini. In un "campo" è sobrio, mentre nel "controcampo" è completamente sbronzo».
La ragazza incinta che nel film viene lapidata, cinque giorni dopo la fine delle riprese diede alla luce il bambino.
Lo scenografo Massimo Antonello Geleng ha dichiarato che gli indios erano molto civili e gentili, e che una volta alla fine di una scena hanno atteso che la troupe salisse su una barca per poi salire essi stessi...

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